lunedì 24 gennaio 2011

C'E' FARTLEK E FARTLEK

Volevo fare una breve considerazione sulla metodologia nell'affrontare alcuni di tipi di allenamento ad intervalli.
Nella fattispecie il cosiddetto "Fartlek".
Personalmente, quando il programma prevede delle ripetute, a me piace eseguire le fasi di recupero con una corsa lenta che vado ad incrementare verso la fase finale del recupero stesso; non faccio così scendere le frequenze cardiache sotto un certo valore (nel mio caso circa 120 bpm).
Credo che questo tipo di lavoro, sia molto adatto ad un tipo di attività come la corsa su lunghe distanze (dalla mezza maratona in su), in quanto si lavora molto sulla regolarità della prestazione.
Tuttavia, mi stò rendendo conto che le mie frequenze cardiache si stanno appiattendo sui loro valori e non riesco più ad avere dei picchi verso l'alto, cosa che invece mi riusciva quando mi allenavo e correvo in bicicletta. A tal riguardo mi ricordo che per svolgere il lavoro di Fartlek, con la squadra (Il Fornaio di Macomer) avevamo individuato un percorso in particolare, tra Macomer, Pozzomaggiore e Suni, ricco di brevi salite e repentine discese; venivano affrontate le rampe in maniere perentoria e si recuperava nei tratti di discesa. Mi ricordo che il Polar, registrava dei picchi considerevoli, 175-180 bpm su in cima, ma altrettando le frequenze scendevano nei tratti di discesa, abbondantemente sotto le 90 pulsazioni.
Questo tipo di allenamento mi dava grande elasticità cardiaca e muscolare, caratteristiche che molto probabilmente ho perso per strada.
Credo che d'ora in poi, quanto meno le ripetute brevi sui 500 metri e sui 1000, le svolgerò con la fase di recupero da fermo, in modo da far scendere le frequenze sotto i 100 bpm, ma allo stesso tempo avere poi le energie per farle schizzare più in alto.

Sotto due immagini di allenamenti simili tra di loro; tutti e due dopo una fase di riscaldamento di circa 25-30 minuti, seguiti da 10 ripetute sui 500 metri; nel primo allenamento la fase di recupero fatta correndo, dove vi è un range di frequenze che vanno dai 120 ai 146 bpm (meno di 30 battiti di differenziale), nel secondo allenamento invece la fase di recupero è fatta da fermo. Qui il differenziale è più ampio, circa 50 battiti per minuto.







Saluti, Massimo Pira.

1 commento:

  1. INTERESSANTE. Secondo te, il differenziale più alto che ottieni con il recupero da fermo, che condizionamento ti crea (a parte la maggior elasticità cardiaca del range).

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